Alla ricerca della memoria perduta.

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  1. Mochi_Cam
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    Questa è una storia che scrivo così perché ho del tempo extra.
    Non so ancora se avrà un continuo, infatti sarà una semplice introduzione.
    Buona lettura!


    Alla ricerca della memoria perduta.



    Mezzogiorno. Il sole è alto nel cielo.
    Il caldo afoso si fa sentire. Non c'è anima viva all'orizzonte. Solo sabbia e qualche sasso qua e là.

    "Ma cosa ci faccio nel deserto?"
    "Io chi sono? Perché sono solo?"


    Queste furono le prime domande che mi vennero in mente quando aprii gli occhi.

    Disorientato mi alzai dal suolo e mi incamminai.
    Per dove? Non lo sapevo nemmeno io.
    Il cammino era affiancato da steli con un buco prossimo alla sommità.
    Cos'erano? Non sapevo nemmeno questo.

    Il paesaggio era tutto uguale. Sabbia ovunque.

    D'improvviso dinanzi a me appare una casa.
    Una casa nel deserto? Poteva essere un miraggio, ma vi andai comunque.

    La casa non era in buone condizioni. Anzi, pessime.
    Bastava fare il giro intorno o anche entrarci per accorgersi che mancava l'altra metà ed il soffitto.
    Però c'era qualcosa.

    Delle stole volteggianti.
    Non c'è niente di strano in delle stole che volano sospinte dal vento.
    Queste però parevano vive.

    Mi avvicinai andando contro ogni logica.
    Rimasi in piedi in mezzo a quelle stole, che non smisero di fluttuare come prima.
    Una strana sensazione mi pervase.
    Tentai di parlare.

    "Ah..." un suono strozzato. Sembrava che non parlassi da anni.
    Ci riprovai finché:
    "Ah~!"
    Quasi cantai una nota, ma era l'unica cosa che riuscii a dire.

    Le stole reagirono. Come se fosse stato un'ordine si gettarono contro di me.
    Temevo per la mia vita e chiusi gli occhi per paura.
    Quando li riaprii ero stato librato in aria da queste che reagivano col mio abito.
    Ma soprattutto alla mia sciarpa che rivelò una strana scritta a cui non diedi molta importanza.
    Ma rimase comunque impressa.
    Fortunatamente quegli strani esseri non erano ostili, anzi era molto amichevoli.

    Poco più avanti vi era una casa.
    Così continuai per il sentiero costeggiato dalle steli.
    Solo allora notai che su alcune vi era la stessa scritta che avevo sulla sciarpa.
    Che fosse una lingua del posto? Io continuavo a non ricordare nulla.

    Raggiunta la casa notai che era in parte coperta di sabbia e l'altra metà non esisteva più.
    Ebbi una sensazione come quella precedente. Controllai la casa.
    Dopo esser andato vicino a gettar la spugna mi sedetti e cantai quell'unica sillaba che sapevo.

    La parete dietro le mie spalle s'illuminò.
    E come lei anche i due paletti posti di fronte a lei.
    Delle incisioni cominciarono a comparire davanti ai miei occhi.

    Lì per lì rimasi di sasso.
    Non volevo credere all'orribile verità che mi era apparsa davanti.
    Così per sfuggirle lasciai la casa e corsi giù per il pendio quasi scivolando lungo di esso.

    Il pendio terminava con una che, forse un tempo, era una torre.
    "Forse dall'alto potrò avere una visuale migliore"
    Con questo pensiero mi arrampicai e ciò che vi trovai furono altre stole.
    Solo che questa volta erano legate al terreno.

    Provai come prima e cantai.

    Le stole reagirono. Si dissolsero.

    Ma prima di andare nel panico per ciò che avevo fatto si aprì una gabbia.
    Probabilmente le stole erano legate ad essa.
    Da questa uscirono altre stole che mi avvolsero quasi come ringraziamento e volarono spinte dal vento.

    Quando me ne stavo per andare via anche io sentii che qualcosa mi stava chiamando a se.
    Mi girai e vi era una scritta luminescente.
    Risplendeva di luce propria.

    Uno strano calore, quasi materno, mi chiamava a se.
    Ormai si capisce che se voglio sapere qualcosa non devo contare molto sulla logica.
    Mi avvicinai ed il calore aumentava.
    Ad ogni passo quella luce mi avvolgeva sempre più.
    Fino a quando non mi sollevai per aria e la luce andava a posarsi sui miei abiti.

    Quando tutto finì io ero lì.
    In piedi. Non sembrava essere cambiato nulla.
    Mi voltai e. La sciarpa mi finì in faccia.
    Da quando è così lunga? Prima se non mi guardavo dietro non la vedevo nemmeno.
    Probabilmente è successo qualcosa con quella luce.

    Ricompostomi notai una cosa che non vidi prima.
    Un portone gigante.

    Cosa ci faceva un portone nel deserto?
    Sicuramente era un'altra domanda di cui non conoscevo la risposta, ancora.

    Dovevo arrivarci, ma era troppo in alto dal terreno e con un salto era impossibile.
    Dovevo trovare una soluzione.

    Mi sedetti e cominciai a pensare.

    "Ah~!"

    Quasi come un'abitudine dimenticata stavo già cantando.
    Il tutto era naturale.
    Saltai in alto una volta. Un'altra volta e cantai di nuovo.

    Poi non tornai a terra.
    Il motivo era talmente incredibile che mi bloccai e divenni quasi uno spettatore.
    Le stole che avevo liberato prima mi stavano spingendo verso l'alto.
    Il loro gesto sembrava una cortesia.

    Mi lasciai spingere dalle stole fino all'altezza giusta.
    Poi, grazie all'aiuto di una do loro, saltai ancor più in alto verso il portone.

    L'aria che mi respingeva. La sabbia volatile che sembrava indicare il cammino.
    La porta che era il mio arrivo.
    Era una magia.

    Atterrai leggero e silenzioso come un granello di sabbia nel grande deserto.
    Ciò che vi era davanti a me era un grande portone chiuso che bloccava l'accesso a qualcosa di spettacolare.
    Alcune steli poste lì davanti ricordavano quelle vicine alla parete.

    Mi sedetti e cantai come feci prima.
    Delle scritte uscirono dalle steli e si concentrarono ove ero seduto io.

    D'improvviso mi trovai in un mondo completamente bianco.
    Disorientato mi guardai attorno, ma non vi era altro che bianco.
    Un passo, un altro. Comparve una maestosa figura scura che emise anch'essa un'unica sillaba.

    Questa m'illuminò. La mia mente si affollò d'immagini.
    Una montagna. Un cielo stellato con le scritte. Animali e campi.
    E poi. Persone. Esseri che erano vestiti come me.
    Cosa significava questa visione? Chi erano loro? E chi sono io?

    Riaprii gli occhi e mi ritrovai davanti al cancello.
    Oramai aperto.
    Se volevo sapere chi ero e come mai non ricordi nulla dovevo andare avanti.

    Edited by KitsuTail - 22/6/2014, 13:36
     
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